Tracce di emozioni

pensieri, emozioni e raggi di sole attraverso le tenebre

the seeming and the meaning *

Premessa n. 1: l’idea stessa delle righe che sto per scrivere tende a darmi la percezione di quanto si cambi col passare degli anni (vabbè, lo dico senza giri di parole: di stare diventando vecchio, anzi forse di esserlo già).
Premessa n. 2: raramente o quasi mai, mi sono soffermato su queste pagine su fenomeni legati a Internet, al mondo virtuale e al c.d. “social networking”, non solo perché la cosa non mi ha mai appassionato particolarmente ma anche e soprattutto per evitare il corto-circuito del “mezzo che parla di se stesso”.
Premessa n. 3: cercherò di astenermi quanto più possibile da valutazioni che potrebbero facilmente farmi apparire come moralista o bacchettone, perché non è questo il mio intento e poi ho sempre detestato chi lo è davvero.

Esaurite le premesse, ecco, in breve, i fatti e le considerazioni.
Partiamo proprio dall’idea di “social networking”, così popolare negli ultimi anni sul web, con tutti i suoi pregi e difetti: in parte mi sono fatto prendere anch’io da “comunità” virtuali che forniscono la possibilità di avere contatti tra persone reali, soprattutto se basate su una comunanza di interessi. Allora va bene questo stesso blog e gli altri che mi capita di visitare, va bene last.fm, va bene anobii e così i vari forum o ambienti di discussione che, pur con tutti i loro limiti, mettono in comunicazione persone; più d’uno di questi mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con persone dai gusti e dagli interessi simili ai miei. E, seppure nella stragrande maggioranza si tratta di persone che non incontrerò mai, posso ben dire di aver trovato tanti spunti di dialogo che spesso nella realtà concreta mancano e di aver “incontrato” virtualmente persone interessanti o quanto meno meritevoli del tempo (non eccessivo, per carità) che riesco a dedicar loro.
Qualche perplessità in più l’ho avuta al momento di “imbarcarmi” anche su myspace, un po’ per la diffidenza nei confronti del mezzo, un po’ per questa retorica dell’”amicizia”, diffusa anche su altre piattaforme ma, a mio parere (all’epoca da esterno), lì preponderante. Mi ero però ripromesso di utilizzare myspace esclusivamente per avere contatti con artisti che apprezzo e devo dire che, da questo punto di vista, si è rivelato uno strumento efficace e molto diretto, oltre che utile per la conoscenza di ulteriore musica; certo, tra i miei “amici” vi sono alcuni (pochi) utenti singoli, ma, essendo da sempre un po’ web-misantropo, non sono mai stato così bravo a tenere le fila di contatti costanti o più approfonditi. Insomma, è bastato poco perché anche in questo caso trovassi conferma del fatto che il punto non è mai il mezzo ma il modo in cui viene utilizzato.
Ieri pomeriggio, invece, mi arriva via mail, da parte di uno degli autentici “amici” virtuali incontrati su altri lidi, un “invito” all’ennesima piattaforma di “social networking”. Si chiama netlog: non la conosco, quindi cerco subito di capire di cosa si tratta, nonostante la mia ritrosia di fronte a qualcosa che potrebbe rivelarsi l’ennesima fonte di perdita di tempo. In realtà basta poco a comprendere che è qualcosa di molto simile a myspace, ma con la non trascurabile differenza che non presenta un aspetto “contenutistico”, ovvero niente pagine di gruppi o artisti o simili, ma solo pagine personali, forse anche più curate o graficamente accattivanti di quelle di myspace, ma limitate a poche indicazioni di base (età, luogo di nascita, occupazione, hobby, preferenze sessuali, situazione sentimentale), uno spazio blog quasi nascosto e uno ben più ampio ed evidente dedicato alle foto. Quindi, capisco subito che non fa per me e che il mio “amico” di tanti altri lidi virtuali farà a meno della mia “amicizia” su questa piattaforma, alla quale non ho intenzione di registrarmi.
Intanto, procedo a dare un’occhiata più approfondita alla tipologia degli utenti registrati e all’uso per cui questo strumento viene impiegato. Ebbene, con sorpresa solo relativa, mi accorgo che la maggior parte degli utenti capitati “random” nella pagina di quelli attivi in quel momento arriva a stento alla maggiore età, con una media di sedici anni, qualche “picco” fino ai venti e non pochi tra i quattordici e i quindici. Consulto qualche profilo (almeno quelli “pubblici”) e relativi foto, blog e commenti e, a parte qualche raro fenomeno blog (quasi tutti legati a “catene” impostate su domande autorivolte e pochissimo altro di personale), il nucleo centrale sono le foto e i commenti, utilizzati nella maggior parte per farsi notare e richiamare l’attenzione dell’utente visitato sul proprio profilo. Il nucleo centrale di questa community sembrano infatti essere le foto, nelle quali la parte del leone la fanno quelle di giovanissimi che si divertono a fare i modelli, cercando di farsi notare per il proprio aspetto fisico; sì, ce ne sono anche alcune legate ad amicizia, ricordi di viaggio e simili, ma tante, davvero tante di giovanissimi in pose ammiccanti, di adolescenti che mettono in mostra i pettorali e di ragazzine a volte nemmeno sedicenni che si mostrano tranquillamente in bikini o in altri abbigliamento, pose e atteggiamenti (quanto meno) giocosamente provocanti, spesso accompagnate da nick piuttosto espliciti e, comunque, come si diceva una volta, non esattamente da “educande”. Senza contare poi altre foto “private” accessibili solo agli “amici” o agli utenti registrati, riguardo alle quali, pur avendo qualche idea, potrei fare soltanto illazioni.
Come mi sono proposto all’inizio, non do giudizi sul contenuto, che di per sé non presenta niente di male (ma forse qualcosa di poco opportuno sì), ma devo dire che mi ha colpito non poco il grande risalto dato in quel contesto e da parte di giovanissimi all’aspetto e al modo di porsi nei confronti di sconosciuti o “amici” virtuali, e così anche la totale assenza di argomenti capaci di accomunare le persone, al di là di commenti (dei quali tralascio per pietà di riportare le torture ripetutamente inflitte alla povera lingua italiana…) incentrati esclusivamente sulle immagini e finalizzati a richiamare persone alle quali mostrarsi. E il tutto senza che nessuno degli utenti si premuri di conoscere qualcosa al di là di quanto mostrato nelle foto e indicato negli scarni dati del profilo.
So che sarà pressoché impossibile che un utente di tale piattaforma capiti da queste parti, però sarei davvero curioso (senza preconcetti) di sapere come viene utilizzata, le sue finalità e i risultati raggiunti attraverso il suo tramite…

(*) il titolo di questo post è quello di un brano degli Stereolab, tratto dall’album “Peng!” del 1992, il cui testo, originato dalla preveggente e apocalittica utopia di questa band geniale, era incentrato su questo ritornello: “We comunicate more and more in more defined ways than ever before and but no one has got anything to say, it’s all very poor, it’s all just a bore. Sometimes there’s too many difference between the seeming and the meaning”.

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